Capelli laminati d'oro, labbra tinte di rosso, fori ai lobi per ingentilirla con preziosi orecchini. La Venere dei Medici, per secoli icona della Galleria degli Uffizi e da Canova ritenuta ancora archetipo della bellezza femminile, non è sempre stata come noi la vediamo. I restauri che da un anno stanno interessando la Tribuna e le sculture li ospitate dalla fine del XVII secolo (come il Satiro danzante, i Lottatori, l'Arrotino e appunto, la Venere dei Medici), regalano sorprese e suggestioni. Sono molte infatti le scoperte fatte in questi mesi, tra cui il ritrovamento di ampie porzioni di foglia d'oro che rivestivano i capelli della Venere. Già i racconti dei visitatori settecenteschi descrivevano il biondo aureo dell'opera, riportato anche nelle guide della Galleria, scomparso probabilmente in seguito ad un restauro eccessivamente zelante compiuto al ritorno della scultura dell'esilio parigino imposto da Napoleone.
Ciò che vedevano i protagonisti del Grand Tour quindi, non era frutto di un'allucinazione collettiva, ma la testimonianza dell'antico ornato della splendida scultura che, con l'aggiunta della doratura e della policromia (come dimostrano le tracce di rosso riconosciute sulle labbra), raffigurava in modo mimetico e realistico il corpo di una giovane donna. Non a caso, come messo in luce dai recenti lavori di ripulitura, persino i lobi della statua appaiono forati, per consentire l'inserimento di orecchini metallici che dovevano ulteriormente accentuare l'impressione di realismo.
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